Cos’è una APS, perché diventare una APS e come diventarlo

Cos’è una APS

Le associazioni di promozione sociale – APS – ai sensi dell’ art. 35 del Decreto Legislativo 3 Luglio 2017 n. 117 (Codice del Terzo Settore) sono Enti del  Terzo Settore (ETS) costituiti sotto forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre associazioni  di promozione sociale per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più attività di interesse generale di cui all’art. 5 del predetto decreto, avvalendosi in modo prevalente della attività di volontariato dei propri associati e devono essere iscritte nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore ( R.U.N.T.S.).  

La APS esercitano in via esclusiva o principale una o più attività di interesse generale elencate nel comma 1 dell’art. 5 del D.lgs 117/2017 per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

Perché diventare una APS

Gira che rigira finiamo sempre a parlare di soldi, il grande problema dell’Italia. Ebbene, per una associazione i vantaggi che derivano dall’iscrizione al registro nazionale delle APS sono prevalentemente fiscali. Le quote e i contributi associativi non sono invece da considerare come proventi commerciali.

L’articolo 83 del Dlgs 117/2017 amplia i benefici fiscali per le donazioni in denaro e in natura eseguite dal 1° gennaio 2018. In particolare, passa dal 26% al 30% la detrazione Irpef per le donazioni delle persone fisiche (che sale al 35% se l’ente beneficiario è una organizzazione di volontariato). Sarà poi eliminato il tetto di 70mila euro come importo massimo della donazione stabilito dalla «Più dai, meno versi», applicabile nella versione attuale fino al 31 dicembre 2017. In pratica, le donazioni in denaro o in natura effettuate da persone fisiche, enti e società, diventeranno deducibili entro il limite del 10% del reddito complessivo dichiarato.

Ma queste non sono le uniche agevolazioni, ve ne sono molte altre; cerchiamo di dare voce alle più significative:

  • non vengono tassati i fondi ricavati da raccolte pubbliche occasionali;
  • non sono soggetti a tasse i contributi erogati dalle amministrazioni pubbliche per attività conformi ai fini istituzionali;
  • non sono tassate, in occasioni particolari legate ad eventi o manifestazioni straordinarie, le somministrazioni di cibo e bevande;
  • non sono tassati i viaggi organizzati o le iniziative turistiche pensate solo ed esclusivamente in favore dei soci, purché vengano stipulate polizze assicurative per tutti i partecipanti;
  • coloro che versano erogazioni liberali alla APS possono godere di detrazioni dai redditi.
  • da non dimenticare il 5×1000.

L’elenco dei vantaggi inizia a diventare piuttosto ghiotto, non trovate?

Considerate poi un’altra cosa. In moltissimi bandi pubblici il requisito di essere una APS è ormai una condizione indispensabile.

Come diventarlo

L’alto numero di documenti necessari per potersi iscrivere al registro fa in modo che le piccole associazioni decidano di affiliarsi ad una più grande per poter godere “di riflesso” di alcuni dei benefici derivanti dall’iscrizione al registro delle APS e per offrire al contempo ai propri soci una più ampia gamma di possibilità con un solo tesseramento. Le APS riescono sicuramente ad offrire un’ampia gamma di opportunità ai propri soci: si va dalla scontistica per attività ludico-culturali (spettacoli teatrali, cinema, viaggi, visite ai musei) alle scontistiche di tipo editoriale (abbonamenti ad alcuni giornali o riviste, sconti per l’acquisto di testi di determinate case editrici ecc.), passando per negozi di grandi catene, assicurazioni e chi più ne ha più ne metta. L’altro grandissimo vantaggio è che i singoli soci delle piccole associazioni affiliate ad una APS nazionale possono partecipare a tutte le attività delle altre associazioni affiliate, senza doversi iscrivere a queste (e quindi pagando una sola quota sociale); dal lato della associazione, il vantaggio è quindi sia di poter avere un “pubblico” molto più ampio (in alcuni casi si parla di milioni di individui per le APS più grandi) sia di poter considerare le entrate derivanti come istituzionali e non commerciali. Per esempio la FITeL